Lettera al Padre, Palermo 22 Gennajo 1886

Mio buono e bello e caro papà

a poco a poco, oggi un rigo e domani un altro, guadagnando tra breve l’abitudine, finirai, ne son sicuro, con lo scrivermi lungamente... come non so scrivere io. E ciò mi sembra naturale: che cosa si può dire a una persona che si ama, quando si è certi che ogni sentimento, ogni parola è già presentita, senza che si manifesti? Problema, questo, che non mi son potuto spiegar mai. So che tu ami e provi una dolce sensazione di piacere nel sentirtelo dire, e spesso tra un bacio e l’altro, che tutti ti vogliono tanto e tanto bene... Ma non vedi tu? Ogni espressione mi si resta a mezz’aria, e io rivoltolo fra le dita la penna che aspetta una parola che non sa trovare, e gli occhi e la mente si distraggono da ogni cura e compongono la tua figura marziale, mentre che il cuore, poverino, messo alle strette, mi suggerisce umilmente: - Oh, fa poi bisogno, che si

dicano certe cose...? Ma di questo non parlo oltre.

Voglio darti alcune notizie fresche: saprai certo a quest’ora come la vertenza cavalleresca fra Chopen e Tagliaferri si sia continuata in Palermo, e tra breve sarà ultimata, dolorosamente certo come doloroso ne fu il principio. Saprai, come avveratosi il primo scontro fra il Monastra e il barone Aprile, si siano ambedue gravemente feriti al petto; del secondo assalto, che ebbe luogo jeri l’altro, fra Policastrelli e Moncada, restò vincitore quest’ultimo, avendo il primo riportato una orribile ferita in faccia. Intanto da tre giorni Chopen e Tagliaferri scendono sul terreno, senza ancora colpo ferire: jeri, sbalordisci, si contarono ben sessantaquattro assalti! Par che la situazione sia un po’ critica, trascendendosi da ambo le parti nel più sciocco fanatismo cittadino. Chopen per esempio è nelle furie, credendo che sin’ora i palermitani abbiano la peggio! Seguiranno ancora una miriade di duelli fra catanesi e palermitani!¹ Siamo in pieno Medio Evo... E per mitigare tanto ardore, tanta fiamma che scalda il cuore a questi novi patrioti donchisciotteschi, desidererei che tornasse nuovamente Margutte², il gigante della leggenda, a pisciare lungamente su quelle teste calde e vuote di ben di Dio!

Io sto bene e divoro. Tu stai bene e divorerai. Viviti lieto dell’amore del tuo

Luigi

ho ricevuto con anticipazione il mensile di febbrajo, e te ne ringrazio. Le 11 lire soverchianti furono a dirittura uno schiaffo, ma di ciò ti ringrazio ugualmente.

Carissime donne mie,

dovendo dare spazio a Carmelo, che vuole scrivere un po’ lungamente a Innocenzo³, mi riservo a scrivervi domani un letterone, qualche cosa di buono, che per voi da molto tempo preparo – figuratevi!

Se son costretto di far punto, prendetevela con Carmelo, tutto si addossa sulle spalle sue, anche...

Luigi vostro
1) Si allude ai numerosi duelli cavallereschi in voga in quel periodo in Sicilia, nel clima ‘duellistico’ palermitano di fine secolo.
2) Su Margutte, cfr. T30, nota 3; T81, nota 12. 2
3) Providenti segnala che la lettera di Carmelo Faraci, che qui non si riproduce, annunciava l’imminente spedizione delle Memorie di Giuda del Petruccelli della Gattina ad Annetta, sorella di Luigi.
Edizione Nazionale Digitale delle opere di Luigi Pirandello
MIBACTOSCAR MONDADORICINUMFONDAZIONE SICILIA
COMMISSIONE PER L’EDIZIONE NAZIONALE DELL’OPERA OMNIA DI LUIGI PIRANDELLO
Presidente: Aldo Maria Morace
Presidente in memoriam: Angelo R. Pupino
Segretario: Marco Manotta
Componenti: Beatrice Alfonzetti, Annamaria Andreoli, Rino Caputo, Stefano Carrai, Simona Costa, Clelia Martignoni, Michael Rössner, Antonio Sichera
EDIZIONE DIGITALE
DELL'OPERA OMNIA

Direttori: Antonio Sichera - Antonio Di Silvestro
Équipe dell’edizione: Liborio Barbarino - Giulia Cacciatore - Giuseppe Canzoneri - Christian D’Agata - Milena Giuffrida - Laura Giurdanella - Myriam Grasso - Ana Ilievska -  Giuseppe Palazzolo - Pietro Russo - Carmelo Tramontana - Eliana Vitale - Alessandro Zammataro