Lettera alla sorella Anna, Roma 14 Dicembre 1888

Miei buona Annetta,

oh che pensieri mai ti saltano in mente? Bada, che son brutti davvero, Annetta mia! Ti voglio bene poco... io? – e me lo dici così, senz’altro, netto e schietto... oh... – hai scritto, lasciamelo credere, hai scritto questa lettera in un brutto momento – e non voglio pensarci oltre.

Vuoi che ti scriva a lungo, ed eccomi a te. Che se il mio silenzio può far giudicare male di me, non bado più ad altro, metto tutto da parte, e non oso nemmeno domandare che i miei cari mi compatiscano, se lo schiacciante lavoro a cui soggiaccio, m’impedisce di scriver spesso delle lettere. Dalla mattina alle sei fino alle dodici e talvolta financo all’una e talvolta fin... non ho un sol minuto di respiro. Il tempo stringe, Annetta mia, e in meno di due anni, capisci, devo attendere a crearmi una posizione, a diventare uomo... e devo far tutto da me... c’è da impazzire e c’è da incretinire, Annetta mia... Non più versi, non più comedie, non più fantasie – tutta questa è merce che non dà pane... ma tedesco e tedesco e poi tedesco, e glottologia e filologia e lessicografia, e chi non schiatta è bravo! I miei capelli, Annetta mia, se ne vanno a cento a cento il giorno. È vero che il Rapisardi è poeta soltanto pei capelli che ha in capo; ma via! a testa nuda io non farò più il poeta... Che caduta di foglie, benedetto il buon Dio, che sta nei cieli (in terra no, e per questo non lo conosco)! E bada, uscendo dall’anima mia, anche fuori fa freddo. L’inverno è rigidissimo e crudelissimo. Il cielo ha la mia faccia, netta e serena, che irrisione! e la tramontana taglia le carni. Oggi il termometro segna due gradi sotto zero, e seguitando di questo passo giungeremo... oh se ci giungeremo! in Siberia. Scrivo e studio con una pelliccia sulle gambe; la punta del naso non me la sento più; le mani son paonazze; e di tanto in tanto son costretto, per continuare a scrivere, a soffiarmi sulle dita, talmente sono intirizzite.¹

Lina nostra e Calogero che dicono? La mamma come sta? Dille che dimani, mandando il certificato del generale Menotti Garibaldi a Papà, le scriverò lungamente. Questa sera non posso, perché non faccio più in tempo a raccomandare la lettera. Baciamela intanto tu, la Mamma cara, e baciami il buon Babbo nostro, e l’angeletto del mio Giovanni. Tanti baci anche a Innocenzo, quando sarà fra voi. E tu abbitene cento fortissimi dal tuo

Luigi
1) D’ora innanzi la sorella Anna sarà la privilegiata confidente delle ansie di Luigi dilaniato dagli obblighi – accademici e coniugali – che deve a breve adempiere. Alle «sevizie» dello studio universitario si aggiunge il solito gelo millenario, ora addirittura paragonato a quello siberiano.
Edizione Nazionale Digitale delle opere di Luigi Pirandello
MIBACTOSCAR MONDADORICINUMFONDAZIONE SICILIA
COMMISSIONE PER L’EDIZIONE NAZIONALE DELL’OPERA OMNIA DI LUIGI PIRANDELLO
Presidente: Aldo Maria Morace
Presidente in memoriam: Angelo R. Pupino
Segretario: Marco Manotta
Componenti: Beatrice Alfonzetti, Annamaria Andreoli, Rino Caputo, Stefano Carrai, Simona Costa, Clelia Martignoni, Michael Rössner, Antonio Sichera
EDIZIONE DIGITALE
DELL'OPERA OMNIA

Direttori: Antonio Sichera - Antonio Di Silvestro
Équipe dell’edizione: Liborio Barbarino - Giulia Cacciatore - Giuseppe Canzoneri - Christian D’Agata - Milena Giuffrida - Laura Giurdanella - Myriam Grasso - Ana Ilievska -  Giuseppe Palazzolo - Pietro Russo - Carmelo Tramontana - Eliana Vitale - Alessandro Zammataro