tra’ sassi non si cammina lungamente ad agio, massime quando i piedi son malati e le ossa deboli per vecchiezza. Se bene mi sia duro arrecarti un serio dispiacere, pure è mio dovere darti avviso del grave e pericoloso male che attualmente minaccia il povero zio Giorgio ¹ . È la sua vecchia malattia che si presenta con nuovo e funesto aspetto! Papà mio, bisogna esser ragionevoli – e nessuno, di questi giorni, lo è più che lo stesso zio. Egli è allegro e gioviale come al solito, e jeri sera sorridendo mi diceva: “Io sto bene, come sempre, è il piede che è malato; anzi, non tutto il piede, per ora, ma il dito pollice solo!”
La diabete dopo averlo tormentato per ben dodici anni, ora finalmente dà indizio di avergli guastato malamente il sangue, e comincia a piagare il corpo, sotto forma di eruzione. La località del male è pericolosissima, e non posso affatto celarti che preoccupa non poco il dottor Perni e il dottor Marchesano, cui io, all’insaputa dello zio, ho fatta relazione del suo stato per averne un parere.
Speriamo che anche stavolta si riesca ad allontanare questa seria e pressante minaccia di sciagura! Io, dal canto mio, quasi giornalmente ti terrò avvisato d’ogni cosa. Non disperare, per ora, e non affliggerti troppo. Il caso è grave, sì, ma forse un rimedio si troverà.