Nel 1922 si avvia con Bemporad l’ambizioso progetto delle Novelle per un anno, inaugurato da Scialle nero e La vita nuda. Ogni raccolta comprende quindici novelle e prende il titolo da una novella posta in apertura ed è organizzata secondo un criterio tematico, che non tiene conto della cronologia.
Scialle nero a cura di Monica Venturini
La novella Scialle nero proviene da una raccolta del 1904, Bianche e nere (Torino, Streglio), da cui provengono altri testi di questo primo libro edito da Bemporad: Prima notte (1900), Il «fumo» (1904), Il tabernacolo (1903), Formalità (1904), Il ventaglino (1903), Amicissimi (1902). Si aggiunge a queste un gruppo omogeneo di tre novelle, pubblicate prima in rivista e poi in Erba del nostro orto (Milano, Studio Editoriale Lombardo, 1915) sotto il titolo complessivo di Tonache di Montelusa: Difesa del Mèola (1909), I fortunati (1911), Visto che non piove… (1912).
A completare il numero canonico di quindici testi contribuiscono sia una novella del 1894, intitolata Se…, sia altri quattro racconti prelevati direttamente da riviste: E due! (1901, con il titolo Strigi), Risposta (1912), Il Pipistrello (gennaio 1920), Rimedio: la Geografia (febbraio 1920, con il titolo Le parti del mondo).
La vita nuda a cura di Francesca Tomassini
Diversamente dalla strutturazione di Scialle nero, le novelle del successivo volume Bemporad, La vita nuda, provengono tutte da una precedente raccolta dal medesimo titolo: La vita nuda, edita da Treves nel 1910. Essa comprendeva diciassette testi apparsi su rivista fra il 1902 e il 1907, otto dei quali pubblicati su «Il Marzocco» tra il febbraio 1904 e l’agosto 1907. Nella selezione per le quindici novelle della raccolta Bemporad cadono Di guardia (1905) e La cassa riposta (1907), che troveranno spazio nella raccolta L’uomo solo. Si tratta dunque di un gruppo di novelle cronologicamente piuttosto compatto, in cui il testo più antico, risalente al 1902, Il dovere del medico, era apparso su «La Settimana» con il titolo Il Gancio, mutato poi in quello definitivo nel passaggio in raccolta del 1910 e nella trasformazione in atto unico del 1912.
Introduzione di Simona Costa