È considerato il vertice della drammaturgia pirandelliana. Nato come un «romanzo da fare», il testo andò poi configurandosi in forma di dramma: una «commedia da fare», dove il teatro stesso era il fulcro della rappresentazione e l’oggetto della messa in scena. La vita autonoma dei personaggi, il loro desiderio di venire alla luce, il loro abbandono da parte dell’auctor, la loro vicenda misera e dolorosa vengono proposti in un’atmosfera intensissima, straniante e rappresentano un concentrato della semantica, della simbolica, della biografia e della lingua pirandelliane.
La novità dei Sei personaggi spiazzò gli spettatori della ‘prima’ romana, al Teatro Valle, il 9 maggio del 1921, ma non impedì, pochi mesi dopo, il trionfo al Teatro Manzoni, a Milano. Con i Sei personaggi il Pirandello drammaturgo assurgerà a una fama mondiale. La costante riflessione sulla sua «commedia» condurrà l’agrigentino a una serie di interventi sul testo originario del 1921, che conosceranno una prima stabilizzazione nell’edizione del 1925.